05/07/09






Sindrome di Stanford - perché non ci si riesce a ribellare più di nulla

Agosto 1971, Università di Stanford (California):
lo psicologo Philip Zimbardo sceglie 24 studenti; sani, intelligenti, benestanti, psicologicamente normali e senza nessun precedente violento. Li divide in due gruppi e comincia un esperimento che avrebbe dovuto durare due settimane e simulare la vita carceraria, il tutto condotto in un ambiente scientifico e monitorato.
Il test viene interrotto dopo cinque giorni perché sfuggito al controllo; il gruppo che interpretava le guardie si era trasformato in un branco di aguzzini mentre l’altra metà mostrava segni di traumi psichici, depressione e si era instaurato un clima di rassegnazione alle restrizioni e agli abusi subiti. Lo stesso psicologo perde l’obiettività finendo per lasciarsi coinvolgere troppo nella repressione di una possibile fuga.
L’esperimento viene concluso grazie all’intervento di persone estranee al test.
Si è dimostrato che partendo da una consapevole finzione questa si trasforma poi in inconscia; da un accordo condiviso si passa velocemente a percepire la simulazione come la realtà.
Se può essere prevedibile la trasformazione sadica delle guardie, sorprende lo sviluppo passivo - masochista dei carcerati che finiscono per perdere la loro normale identità e convincersi che "Da quella situazione sarà impossibile uscire". Se si viene trattati da carcerati si provoca un accettazione della nuova condizione senza ribellione. Una volta abituati alla nuova condizione ogni ulteriore sopruso, invece che spingere all’organizzazione e alla rivolta, fortifica la certezza dell’inevitabilità dei fatti. Si è notato anche che tra le guardie si era sviluppato un senso di unità e appartenenza mentre i prigionieri erano confusi, sospettosi, isolati, pronti a far la spia in cambio di un piccolo privilegio.
Se avere una popolazione di dementi non piace al potere assoluto, data l' impossibilità di potersene servire, la trasformazione in apatici e disgregati sudditi è piacevole. Se si riesce a compiere questa trasformazione in maniera non troppo traumatica si avrebbero sudditi rincoglioniti e tutto sommato contenti, che mai penseranno di ribellarsi al sistema. Non è difficile mettere in atto questa prepotenza silenziosa: si fa in modo che non venga avverta la sensazione di prigionia facendo credere alla gente di decidere per il proprio futuro. Piuttosto che portarli in prigione potremmo portare la prigione nelle case attraverso la televisione, giornali, computer. I mass-media possono persuadere che quella sia l’unica realtà possibile.
Perché non ci si sconvolge pensando a quanto sia precario il lavoro? Come si può accettare che ci venga tolta dignità e diritti? Perché possono abbassare i salari, tassarci in modo iniquo, farci morire solo quando una legge lo decide? Perché loro possono infischiarsene della giustizia, compiere stragi di stato, osannare la guerra, inquinare il cibo e l'acqua, uccidere di troppa o troppo poca sanità, coprirci di rifiuti, di cemento e di tutte le diavolerie chimiche che gli vengono in mente? Perché riescono a frammentare i popoli, a farli odiare l'un l'altro, a farci guardare al prossimo solo come a con un concorrente ? Non riusciamo non solo a ribellarci ma neppure organizzarci e protestare, abbiamo già sostituito la nostra identità con quella che ci è stata creata.
Per fortuna a volte un piccolo aiutino può arrivare inaspettato. A volte i pre-potenti contravvengono alla prima regola: mantenersi invisibili. Adesso hanno reso visibile l’inganno, le prepotenze sono eclatanti, hanno perso il controllo per eccesso di ingordigia. Il loro margine di potere consisteva nello spingere il più possibile senza lasciar trapelare la cabina di regia, e non ci sono riusciti.
Adesso però nasce un nuovo dilemma, dobbiamo essere in grado di approfittarne. Dobbiamo svegliarci e vedere che siamo immersi nelle menzogne, renderci conto che i muri e le chiavi che ci trattengono sono solo nella nostra testa. Approfittiamone, tra poco potrebbe non essere più possibile scappare.  Per come la vedo io sono tre i possibili futuri scenari:
- Diventiamo consapevoli di vivere in una finzione e recuperiamo il diritto alla libera scelta. Se questo succedesse alla maggioranza non servirebbe altro per far crollare in modo incruento l' intera prigione. Dovremo spegnere il televisore, usare i giornali solo come carta igienica ma soprattutto dovremo imparare ad allearci contro il comune nemico smettendola di voler solo fregare il prossimo.
- Avverrà una rivolta violenta. Se tutti verremo coinvolti da questa finzione, questo strano gioco non si arresterà più. I prepotenti diventeranno sempre più sfacciati fino a rompere drammaticamente l’incantesimo.  Le rivolte scoppierebbero qua e la, singolarmente, sarebbero lunghe, sanguinose, dolorose.   
- Diventiamo matti tutti. La finzione sarà l’unico vincitore, padroni e servi si auto convinceranno che tutto è normale, finché non sarà la Natura a tutelarsi, ponendo fine all' esperimento uomo.

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1 commento:

  1. Commento a blog Susanna




    ....questo "sistema"....ci stà implorando ...pietà....e noi tutti non riusciamo a sentire altro che noi stessi...non ci rendiamo conto che questo "povero sistema" sta ....morendo tra indicibili sofferenze...

    ....ci manda segnali da ogni dove....e noi giù a propinagli fantomatiche cure......

    ..............basta.......
    ....con questo ACCANIMENTO TERAPEUTICO.....
    ....si lo sò....non è stato un buon sistema...per dircela tutta ... è stato proprio "un sistema di m..da" ......

    ....stacchiamogli la spina....
    ....non potrà che essere "doloroso" il distacco.....


    per quanto mi riguarda ...quando arriverà il momento....mi farò largo .. a colpi d'anca tra tra boa di struzzo...ballerine a nani...e leverò un brindisi...sul pelo vivo della Tempesta.....
    hercule savinien cyrano de bergerac

    p.s.
    ...passeggiando per parigi, di tanto in tando e...sapendo ascoltare...si possono ancora udire i caratteristici scricchiolii del vimini delle ceste ...nell'atto di raccoglier teste................

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