16/07/09






"Re.Ge. Web" Come la politica controllerà la magistratura


"Protocollo d'intesa per la realizzazione di programmi per l'innovazione digitale della giustizia, basati sull'utilizzo delle tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni"
Ha un nome altisonante ma è solo l'ultima delle prevaricazioni che la politica sta perpetuando nei confronti della magistratura.
Il protocollo firmato senza far troppo rumore dal ministro della pubblica amministrazione e l'innovazione Renato Brunetta e il ministro della giustizia Angelino Alfano il 26 ottobre 2008, prevede l'istituzione di una “cancelleria unica virtuale” sita all'interno dello stesso ministero della giustizia, in cui confluiranno tutte le notizie relative a reati provenienti da tutta Italia. Dai fascicoli dei pubblici ministeri alle comunicazioni tra polizia giudiziaria e pubblico ministero, tra il pubblico ministero e il giudice delle indagini preliminari, tutte le denunce, le querele, le istanze, i verbali, gli accertamenti tecnici e le intercettazioni, tutte le informazioni confluiranno univocamente all'interno del ministero di giustizia.
Non è ancora stata fatta chiarezza su chi potrà accedere ai dati e a chi invece deve essere rifiutato ogni consulto.
La cosa che però lascia più sbigottiti è che la gestione di tale archivio sarà concessa in outsourcing, sarà affidata ad una società esterna al ministero, in barba a tutta la privacy che in principio sembrava si volesse proteggere.
Ne il Consiglio Superiore di Magistratura (Csm) ne l' Associazione Nazionale Magistrati (Anm) sono stati preventivamente avvisati di questa rivoluzione procedurale. Il Csm il 13 gennaio 2009 ha aperto una pratica per chiedere chiarimenti al governo; il codice di procedura penale prevede esplicitamente e senza deroghe che ogni 'notizia di reato e la documentazione relativa alle indagini siano conservati in un apposito fascicolo presso l'ufficio del pubblico ministero con gli atti trasmessi dalla polizia giudiziaria'. Se dovesse nascere una cancelleria nazionale virtuale, di fatto, la proprietà esclusiva del fascicolo non sarà più solo del pubblico ministero.
Nel protocollo inoltre si parla di una sola "porta di dominio attestata presso il ministero della giustizia" da cui sarà possibile un controllo continuo di tutte le indagini di tutte le procure d'Italia, del loro inizio e del loro proseguire, da parte del governo. Oltre all'ovvia iniquità di questo precetto esiste anche un grosso problema tecnico: l'archiviazione di tutte le notizie avverrà in un unico server che se dovesse essere soggetto ad un irrimediabile guasto, di origine dolosa o meno, vedrebbe tutte le informazioni sulla giustizia italiana perse irrimediabilmente in un sol colpo.

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